
2011 E 2015. I NUMERI STREPITOSI DI NOVAK DJOKOVIC
Tennis – Novak Djokovic sta dominando la stagione in corso. Questo è un fatto. Ha vinto l’Australian Open e tutti i Master 1000 cui ha preso parte, Indian Wells, Miami, Monte Carlo e Roma. Eppure si tende a indicare ancora il 2011 come anno magico per il serbo. Logico dunque tentare di fare un paragone tra la prima parte di quella stagione che lo portò per la prima volta al numero 1 Atp e gli regalò 3 Slam su 4 e quella in corso, che di fatto lo sta consacrando come tennista più forte sul circuito.
Ci ha pensato il sito Atp a mettere in tabella le statistiche relative al Djokovic versione 2011 e a quello versione 2015. Le differenze statistiche, in realtà, non sono così evidenti. Ma alla sapiente mano di Marian Vajda, coach storico del serbo, si è affiancata quella più blasonata del tre volte campione di Wimbledon e di altri tre titoli del Grande Slam Boris Becker. E la presenza del tedesco nel box del serbo e in campo con lui durante gli allenamenti è evidente.
Infatti, il primo dato statistico che si fa notare nelle prestazioni del numero 1 del mondo è quello relativo agli ace realizzati prima del Roland Garros. Erano 155 nel 2011 e sono 190 a pochi giorni dallo Slam francese. Segno di un importante miglioramento con la prima di servizio. Se poi a questo score si aggiunge il fatto che Nole vince il 60% dei punti anche con la seconda di servizio è chiaro che la collaborazione con Boris Becker, iniziata a fine 2013, sta dando i suoi frutti.
Pressoché identico il bilancio contro i top ten della classifica mondiale. Nel 2011 Novak Djokovic aveva vinto 13 volte senza mai perdere. Durante questo scorcio di stagione il serbo ha ottenuto 14 vittorie perdendo una sola volta, contro Roger Federer a Dubai. Una condizione che lo rende il favorito principale per la vittoria del Roland Garros. È vero, Nole ha perso due finali a Parigi contro Rafael Nadal. Ma il Nadal di questo 2015 non è lo stesso degli anni passati. E, allo stesso modo, il Djokovic visto in questi mesi ha una solidità fisica e mentale eccellente e qualche anno di esperienza in più.
Inoltre, nel 2011 e sempre prima del secondo major della stagione, The Djoker aveva fatto registrare il miglior inizio di stagione dell’era Open, vincendo 37 partite su 37 per un totale di sette tornei. La sua striscia positiva si era interrotta a 43 partite con la sconfitta nella semifinale di Parigi contro Roger Federer. Il bilancio di questa stagione è simile. Il vincitore di otto titoli del Grande Slam ha uno score stagionale di 35-2 con 5 titoli in bacheca e, come già accennato, è imbattuto dalla finale di Dubai del 28 febbraio. Inoltre, vanta un record di 20 vittorie nei tornei del massimo livello contro i giocatori top 10 del ranking.
Dalla sua parte c’è anche la storia…almeno fino alla finale. Perché Ivan Lendl giunse in finale al Roland Garros 1985 con il medesimo record (35-2) del serbo, ma perse da Mats Wilander. Inoltre, Novak si appresta a prender parte al torneo parigino per l’undicesima volta in carriera. E qui le coincidenze si sprecano. Andres Gomez vinse Parigi nel 1990, Andre Agassi nel 1999 e Roger Federer nel 2009. Tutti e tre riuscirono ad alzare al cielo la Coppa dei Moschettieri al loro undicesimo tentativo. Un altro ottimo auspicio per il campione serbo, che trionfando a Parigi otterrebbe il suo nono titolo slam e diventerebbe l’ottavo giocatore nella storia a completare il Career Grand Slam entrando di diritto nella leggenda e diventando socio del club in cui già siedono Don Budge, Rod Laver, Roy Emerson, Andre Agassi, Roger Federer e Rafael Nadal.
Foto: Novak Djokovic ha vinto otto tornei del Grande Slam in carriera (www.zimbio.com)
Ma certo che il 2011 è tuttora l’ anno magico del serbo! All’ epoca Novak ha vinto 3/4 di Slam, mentre oggi siamo ad 1/4. Altresì Nole 4 anni fa aveva dei Rivali con la R maiuscola. Oggi sig. Nibali, chi dovrebbe impensierire Djokovic? Il 33enne Roger? il bollito Nadal? Andy”Pace dei sensi”Murray? Cavallo pazzo Wawrinka? O forse Nishikori o Cilic? Quindi, d’ accordo nel complimentarsi col giocatore più solido del circuito,ma non dimentichiamoci di sottolineare la pochezza della concorrenza.
Per non dire dei coach del serbo. Vajda è un coach nel vero senso della parola, il tedesco è lì solo per un’ operazione d’ immagine, la propria.