
ATP ROTTERDAM: FEDERER PIGLIATUTTO, 97° SIGILLO IN CARRIERA
Tennis. La riconquista della vetta del ranking mondiale non placa la sete di vittorie di Roger Federer, al suo terzo trionfo in carriera nell’ATP 500 di Rotterdam dopo i sigilli del 2005 e del 2012. Si tratta inoltre del 97° titolo della sua impareggiabile carriera, a cui si aggiunge l’imbattibilità mantenuta in questo primo scorcio di 2018.
Il campionissimo elvetico si è sbarazzato nell’ultimo atto di un malconcio Grigor Dimitrov grazie allo score conclusivo di 6-2 6-2 dopo appena 55 minuti, utile a sancire la settima affermazione in altrettanti scontri diretti al cospetto del portacolori bulgaro.
“È incredibile vincere il mio 97mo titolo e tornare numero uno. Controllerò le classifiche domani mattina per controllare che nessuno errore sia stato commesso (ride, ndr). Spero di tornare a Rotterdam, ma non so dirvi con certezza perché non so fino a quando giocherò“.
“Ho giocato un grande primo match e un grande ultmo match. Nel mezzo è stata una battaglia di nervi in cui ho dovuto gestire le aspettative.
Non posso giocare molto peggio di così. Ho approfittato che Grigor non stesse bene. Mi sono sentito alla grande.
Ho tanta passione per il tennis. Giocare in stadi pieni è divertente. Ricordo che agli inizi, quando ero giovane, a volte giocavo alle 23 su campi secondari. Quello contro Sampras a Wimbledon, per la prima volta sul centrale, sarà sempre il mio match preferito”.
“Deciderò per Dubai nei giorni successivi e dopo Miami per la stagione su terra rossa. Sicuramente non sarà completa. Dopo Miami ho in programma di fare un viaggio in Zambia”.
“Sono molto contento. Anche Severin (Luthi) venuto qua. Non me l’aspettavo. Non pensavo che sarei tornato in questa posizione. Torno indietro alla memoria alle opportunità che ho mancato. Come quella con Roddick a Montreal e poi sono riuscita a farcela contro Ferrero in semifinale in gennaio (nel 2004 ndr).
Sono stati momenti significativi nella mia carriera. Non ti giochi sempre il numero 1 sul campo. A volte lo diventi perché qualcun altro perde.
A volte per calcoli legati al calendario. Ad esempio, l’ultima volta che sono diventato n.1 ero in vacanza. È successo una settimana dopo la vittoria di Wimbledon (nel 2012 ndr). È stato strano ma bello allo stesso tempo.
Però quando ti giochi una partita per diventare numero 1 è più emozionante: puoi festeggiare, puoi parlarne. E questa volta, siccome sono un po’ più vecchio, è un po’ più speciale, forse. Perché tutto doveva essere a posto perché potesse succedere. Ed è andata così. È una grandissima soddisfazione”.
“È stata una grande settimana – ha riconosciuto invece Grigor Dimitrov – il mio obiettivo era giocare bene in ogni partita e oggi ho cercato di fare il mio gioco per quanto possibile.
Si fa del proprio meglio e si gioca con ciò che si ha. Roger merita di vincere il torneo, ha giocato in modo incredibile per tutta la settimana”.
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