
ANEDDOTI E POLEMICHE LONDINESI
Tennis. Nel tempio di Wimbledon si è scritta la storia del tennis. I campi e gli spogliatogli dell’All England Club sono stati testimoni di partite ed aneddoti unici al mondo. Spesso nel corso delle varie edizioni, ci sono stati degli episodi particolari, che hanno messo ancora più pepe su quanto accadeva dentro ed intorno ai sacri prati di Church Road. Vi raccontiamo alcune degli aneddoti e delle polemiche più curiose della ultracentenaria storia dello slam londinese.
Lo stalking del Fuhrer. Iniziamo, in ordine cronologico, dal 1937. In Germania, purtroppo, il nazismo vive i suoi anni migliori e si prepara a devastare il mondo intero con le mire egemoniche del suo dittatore. A Wimbledon c’è proprio un tedesco, Gottfried Von Cramm, a giocarsi in finale il titolo con il leggendario Don Budge. I due atleti stanno aspettando di avere l’ok per scendere in campo, quando improvvisamente squilla il telefono. All’altro capo della cornetta c’è addirittura Adolf Hitler, che vuole assolutamente parlare con il suo connazionale Von Cramm. “Tutto quello che gli sentì dire fu: Ja, Mein Fuhrer” ha raccontato Don Budge. “Dopo quella chiamata Gottfried diventò pallido ed estremamente serio. Inoltre giocò ogni singolo punto, come se la sua vita dipendesse da quello”. Questo però non evitò al tedesco di soccombere per 6-3 6-4 6-2.
La difesa (del titolo) negata. Passiamo al 1947. La campionessa in carica era la statunitense Pauline Betz, che però non ebbe mai l’opportunità di difendere il titolo conquistato l’anno prima. La sua federazione infatti, non le permise di partecipare, dopo aver ricevuto una lettera in cui era scritto che la Betz stava pensando di passare al professionismo (prima dell’Era Open gli Slam erano riservati ai giocatori dilettanti). In realtà Pauline non aveva firmato nessun contratto, ma secondo la Usta aveva mostrato l’intento di passare tra i pro e questo era più che sufficiente per farle perdere lo status di dilettante e di conseguenza il diritto di partecipare a Wimbledon.
L’ammutinamento di Wimbledon. La vicenda è arcinota e risale al 1973. Dopo la decisione della federazione jugoslava di squalificare Nikki Pilic e la ratifica di tale decisione da parte della Itf, ben 81 tra i migliori giocatori dell’epoca decidono di non prendere parte alla 96esima edizione di Wimbledon. La decisione non danneggia più di tanto l’organizzazione, visto che comunque il torneo registra il record di affluenza, e sicuramente favorisce Jan Kodes, che batte in finale Alex Metrevili e conquista il suo primo unico titolo ai Championships.
Niente cerimonia per Jimbo. Che Jimmy Connors non sia mai stato un uomo attento alla forma e alle cerimonie, lo sappiamo benissimo. Per lui la competizione e la vittoria venivano prima di tutto e qualsiasi cosa era lecita per arrivare all’obbiettivo. Nel 1977, però, forse il vecchio Jimbo ha davvero esagerato. A Wimbledon ricorreva il centenario della prima edizione e per celebrarlo era stata organizzata la parata dei campioni, almeno di quelli rimasti in vita. Anche Connors doveva parteciparvi, in quanto detentore del titolo del 1974. Jimbo però, ritenne non necessario presiedere alla cerimonia e preferì impiegare quel tempo per allenarsi sul campo. Questa scelta, il giorno seguente, gli fece prendere numerosi fischi dal Center Court. Due settimane dopo, per una sorta di contrappasso, in finale, l’americano perse in finale contro Bjorn Borg in cinque set.
Museruola per la belva. Monica Seles, è considerata da tutti come la pioniera del grunting. È stata lei infatti la prima ad accompagnare le sue giocate con quelle urla disumane, che sarebbero diventate la norma ai giorni nostri. Nel 1992, il suo cammino a Wimbledon fu circondato da tantissime polemiche, perché le sue urla, venivano viste come irriguardose, nei confronti di un torneo così nobile e tradizionalista come quello londinese. Le avversarie della giocatrice slava, si lamentavano continuamente per l’eccessivo rumore prodotto dalla belva di Novi Sad. I giudici di sedia punirono più volte la Seles con dei warning nel corso del torneo. Giunta in finale, Monica cercò in tutti i modi di contenere le sue urla e forse, le energie spese per limitare quello che ormai era diventato un comportamento naturale, non le consentirono di giocare al massimo delle sue possibilità. Tanto che Steffi Graf, si impose nettamente per 6-2 6-1, mettendo fine al sogno della Seles di vincere Wimbledon.
Henman assassino? Prima di diventare un giocatore di livello mondiale ed essere considerato quasi unanimemente il più forte tennista a non aver mai giocato la finale di uno slam, Tim Henman era arcinoto a Wimbledon per un episodio molto più spiacevole. Durante un match di doppio con il suo compagno Jeremy Bates nell’edizione del 1995 infatti, l’inglese, gettando via una palla per frustrazione colpì una ragazza del pubblico all’orecchio. Questa cadde a terrà, scoppiò in lacrime e dovette essere soccorsa da un medico. Il gesto, apparentemente involontario, ma sicuramente colposo, costò ad Henman ed al suo partner la squalifica, la prima della era moderna.
Lo schiaffo di Benedicte. Altro episodio molto noto, ma sempre esilarante da raccontare. Risale anche questo all’edizione del 1995. L’americano Jeff Tarango sta giocando contro Alexander Mronz. Va alla battuta ed è convinto di aver servito un ace, anche se la sua palla è stata chiamata out dal giudice di linea. Tarango non ci sta ed inizia a protestare, suscitando il boato di disapprovazione della folla. Per tutta risposta l’americano zittisce il pubblico, incassando di conseguenza il warning del giudice di sedia Bruno Rebeuh. Tarango non ci vede più ed inizia ad insultare il giudice: “Sei l’arbitro più corrotto del tennis, io non gioco più”. Raccoglie le sue cose ed abbandona il campo, di fatto, “autosqualificandosi”. Finita lì? Neanche per sogno. Il meglio deve ancora venire. Mentre Rebeuh cammina nello spogliatoio dopo la partita, Benedicte Tarango, moglie di Jeff, lo ferma e gli rifila uno schiaffone davanti a tutti. “Se l’avesse fatto Jeff, sarebbe stato squalificato a vita” urla Benedicte. Purtroppo per lei però, il suo sacrificio non servi al marito per evitare la squalifica anche per l’edizione successiva dei Championships.
Damir accompagnato all’uscita. Il carattere particolarmente burrascoso di Damir Dokic, ex wrestler e padre di Jelena, è conosciuto da tutti. Nell’edizione 2000 però, il focoso genitore esagerò decisamente, distruggendo il cellulare di un giornalista con cui aveva avuto un diverbio. L’organizzazione non poté che decretare la sua espulsione dal circolo e provvedere all’accompagnamento coatto fuori dall’All England Club.
Rusedski maleducato. Edizione 2003, Greg Rusedski affronta Andy Roddick. Una palla dell’americano che colpisce la linea, viene chiamata incautamente out da una persona del pubblico. L’inglese a questo punto è convinto di poter rigiocare il punto, ma l’arbitro non è d’accordo e concede il 15 a Roddick. Rusedski perde le staffe ed inizia ad inveire nei confronti del giudice di sedia con un turpiloquio inedito per la televisione, che da tempo aveva introdotto i “beep” per coprire le battute più spinte dei programmi. Nemmeno John McEnroe era mai arrivato a tanto.
Soderling il provocatore. Terzo turno dell’edizione 2007: Rafael Nadal contro Robin Soderling. Una partita tormentata a dir poco. Dura cinque set e soprattutto cinque giorni, a causa delle tantissime interruzioni per pioggia. Ma la cosa che la rende indimenticabile è il comportamento di Soderling, che all’inizio del quinto set, comincia a tirare platealmente i suoi pantaloncini a livello del fondo schiena, con il chiaro intento di imitare lo “smutandamento” tipico di Rafa. “È uno strano personaggio”, dirà Nadal a fine partita. Lui eh?
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