
AUGURI A GIANNI CLERICI, PROFESSORE DI TENNIS NELL’ITALIA DEL PALLONE
Tennis. Per tutti coloro che amano il tennis un personaggio come Gianni Clerici non ha bisogno di presentazioni. Difficile raccontare qualcosa di originale su colui che è il narratore per eccellenza, le cui vicende di vita legate al tennis sono state sovente da lui stesso confidate agli “aficionados” nel corso di mezzo secolo di articoli, interviste, libri, ma, soprattutto, telecronache. Oggi compie 83 anni, è un anziano signore che, ancora lucido e puntuale, firma i suoi lavori su Repubblica nei periodi dell’anno dei maggiori eventi tennistici. E ci sembra interessante parlare di lui sottolineando soprattutto gli aspetti che ne hanno fatto un personaggio particolare, per molti versi unico. Ad oggi, il panorama del giornalismo tennistico si avvale di un gran numero di giovani professionisti molto competenti, capaci di analizzare partite, colpi e stili di gioco in modo addirittura viscerale, per di più supportati da metodi tecnologici di altissimo livello.
Eppure, per gli appassionati di questo sport, il commento ideale ad ogni partita è quello con Gianni Clerici al microfono in coppia col suo grande amico e collega Rino Tommasi. Loro hanno l’ X Factor che cattura l’attenzione del pubblico, insieme sono capaci di vivacizzare partite francamente noiose, con le loro gag (talvolta anche canore!), i loro ricordi storici, le loro gaffes (più o meno volute), il loro gossip vintage, il loro mettersi in gioco in prima persona. Gli altri, senza offesa per nessuno, raccontano le partite con precisione, non sbagliano nulla, danno utili informazioni e chiavi di lettura, ma non aggiungono alcuna emozione a quelle che la partita è in grado di generare da sé. Probabilmente sono cresciuti ad una scuola giornalistica diversa o, più semplicemente, non hanno l’età e l’autorevolezza che consente a due giganti del giornalismo di esprimersi al microfono in assoluta libertà.
Ricordo, personalmente, di avere assistito a decine di partite da loro commentate dove ero più attratto e divertito dai siparietti e bisticci creati in diretta che dalla stesso evento sportivo. Ma, credo, con grande sapienza, erano in grado di elevare le loro divagazioni narrative tanto più la partita era scadente, per tornare concentrati e competenti quando lo spettacolo tennistico era di alto livello.
Fra i tanti aneddoti nati spontaneamente dalle loro telecronache, ne ricordo uno nel quale Tommasi prevedeva spavaldamente la rapida fine di un match a Wimbledon con vittoria di James Blake su Max Mirnyi; e mentre Clerici gli raccomandava prudenza nell’anticipare la fine, Mirmyi rimontava e vinceva facendo a pezzi il pronostico di Rino mentre Gianni sogghignava con sarcasmo….
Ma la storia professionale di Gianni Clerici inizia molto prima delle telecronache su Tele+ e Sky che pure gli daranno la grande notorietà. L’uomo Gianni Clerici diventa quel che oggi conosciamo attraverso comportamenti e caratteristiche sempre anticonformisti. Da quel viaggio a Londra su una vecchia giardinetta per disputare il torneo di Wimbledon nel lontano 1953, è sempre stato un vero uomo di mondo, di mentalità cosmopolita, col gusto di seguire i tornei rigorosamente in diretta, dovunque essi si svolgessero.
Ed anche la sua apertura mentale è sempre stata in anticipo sui tempi e gli ha permesso di essere ironico e di scherzare su se stesso con disinvoltura fino a giocare con la leggenda di una sua presunta omosessualità. Tutto ciò faceva parte di un personaggio che proprio non poteva restare rinchiuso nei recinti della materia tennistica e non perdeva occasione per esprimere opinioni contro il moralismo bigotto imperante in Italia usando talvolta anche un linguaggio abbastanza colorito. Altrettanto spesso lanciava frecciate, scherzose ma non troppo, sui colleghi dell’ambiente del calcio con tutto il suo carico di esasperazione e di inciviltà inaccettabile e incomprensibile dal suo punto di vista. Proprio per questo Rino Tommasi lo soprannominò, argutamente, “dottor Divago”.
Non si possono dimenticare le sue opere letterarie: “Divina”, “Cinquecento anni di tennis”, “I gesti bianchi”, “Erba rossa”, “Postumo in vita” solo per citarne alcune in ordine sparso. In esse l’autore, oltre a raccontare storie di tennis del passato più o meno recente prende spunto per effettuare ricostruzioni storiche di periodi diversi e società lontane intrecciando vicende di sport e vita comune con mirabili qualità narrative.
I riconoscimenti a questa prolificità a 360° sono stati molti ma quello più prestigioso è certamente l’introduzione nella Hall Of Fame del tennis a Newport nel 2006 al fianco dei più illustri personaggi di questo sport. Con Nicola Pietrangeli sono solo due gli italiani presenti a dimostrazione che i suoi meriti e la sua competenza sono stati riconosciuti universalmente in un regno dominato da statunitensi, inglesi e australiani che del tennis sono gli inventori e che, fino a pochi anni fa, ne detenevano quasi completamente il monopolio.
Dio ci conservi più a lungo possibile il nostro maestro; che sia di esempio e ispirazione per chi fa o desidera fare questa nobile professione. Certo, tutto è cambiato da quando un giovane Gianni Clerici lavorava con penna, taccuino e mezzi di fortuna. Ma il suo messaggio alle future generazioni è che per avere successo, in qualunque campo, servono e serviranno sempre passione, coraggio e personalità.
Auguri di cuore a Gianni Clerici, il miglior scrittore sul tennis di tutti i tempi! Gradirei inviargli una mail personale ma non conosco il suo indirizzo di posta elettronica, potete per favore inviarmelo? Grazie e ancora tantissimi auguri!
Filippo Sciaraffia – filsciar86@hotmail.com