
AUGURI FILIPPO VOLANDRI, UNA VITA OLTRE GLI INTERNAZIONALI
TENNIS – Quattro anni ininterrotti come tennista italiano col miglior ranking, ma chissà cosa sarebbe successo se avesse mantenuto lo stato di grazia della primavera 2007. Oggi, con tante soddisfazioni per quello che è stato, ma non senza un pizzico di rimpianti, Filippo Volandri compie 35 anni e si appresta a vivere l’ultimo periodo della sua attività agonistica.
Dotato di un rovescio sopra la media dei rappresentanti azzurri, ma con un servizio che non riusciva a garantirgli sufficiente incisività in apertura di scambio, il giocatore livornese è riuscito ugualmente a ritagliarsi uno spazio importante all’interno del circuito maschile, in particolar modo sulla terra rossa, complice un tardo inizio di attività sulle superfici veloci. La naturale predisposizione del tennis italiano lo avvicina al cemento a 16 anni compiuti, senza la possibilità di formarsi tecnicamente fin dalla più tenera età.
I migliori risultati, infatti, arrivano esclusivamente sul rosso, dove ottiene due affermazioni ATP 250 e riscuote un buon successo tra Challenger e Futures, portando a casa tredici vittorie complessive. Le vittorie di St. Polten e Palermo, giunte rispettivamente nel 2004 e nel 2006, sono però il contorno dell’impresa compiuta a Roma nel 2007. Agli Internazionali d’Italia, Volandri va in scena con il suo spettacolo più emozionante, arrivando fino alla semifinale del torneo. Il cammino proibitivo non spaventa il toscano, che elimina in fila Richard Gasquet, Roger Federer e Tomas Berdych, prima di arrendersi al finalista Fernando Gonzalez, poi sconfitto da Nadal. Diventa il quarto italiano a battere un numero uno del mondo, oltre che il primo italiano ad arrivare in semifinale a Roma a distanza di 29 anni, quando ci riuscì Panatta.
A fine anno, il venticinquesimo posto nel ranking maschile diventa il miglior piazzamento della sua carriera, che poi vive una fase di lenta flessione fino ad un’uscita dai primi 300, complice un’annata sfortunata nel 2009. La wild card a Roma nel 2010 gli permette di far registrare il miglior risultato degli italiani con un ottavo di finale, prima della sconfitta con Gulbis. Il superamento dei trent’anni pesa sulla sua tenuta fisica, fino a qualche anno prima degna di nota tra i primi della classifica mondiale: l’ultima finale ATP 250 è quella di Sao Paulo, nel 2012, persa contro Almagro.
Pur essendo sul viale del tramonto e dedicandosi ai Challenger, con piccole comparse nelle qualificazioni dei tornei maggiori, rimane certamente uno degli esempi più fulgidi del tennis italiano degli anni duemila, sia per la qualità del suo gioco sia per i risultati portati a termine. La squalifica per doping nel gennaio 2009, ritirata poi due mesi più tardi, è l’unico neo di una carriera comunque di livello per la racchetta di casa nostra.
Auguri Filippo Volandri, sognatore a Roma.
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