
GLI ANNI DI GIANNI
Lo scorso mese di gennaio ho avuto il privilegio di condividere con Gianni Clerici l’auto che da Melbourne Park ci ha portato sulla spiaggia di St.Kilda. Gli Australian Open erano agli sgoccioli e finalmente, con il programma che concedeva una tregua, ci si poteva rilassare tra un bikini e un piatto di buon pesce. Tra le altre cose, lo “scriba” per eccellenza del nostro tennis parlava proprio di un libro sull’Australia che dovrebbe uscire tra poco e si diceva entusiasta una volta di più di essere nel continente Down Under.
Oggi Clerici compie 81 anni, più di 3/4 dei quali trascorsi a praticare prima ed osservare poi l’evoluzione (ma forse lui preferirebbe chiamarla involuzione) dello sport che tanto amiamo. La sua nostalgia per i gesti bianchi è evidente e non solo per come ha trattato i campioni degli Anni ’30, ’40 e ’50 in quell’ineguagliabile opera che sarà sempre “500 anni di tennis” o ancora per il ritratto di Suzanne Lenglen nell’altrettanto incomparabile “Divina”. Non può, Clerici, non ammirare il gioco robotico e muscolare dei campioni della nostra epoca ma gli occhi gli si illuminano in particolare quando si parla di Tilden, Budge, Perry, Kramer, Hoad e compagnia bella.
E come dargli torto? Alcuni dei grandissimi se li è pure trovati di fronte nella sua carriera di giocatore che l’ha certamente aiutato quando dalla racchetta è passato alla penna e alla macchina da scrivere, trasformando la cronaca in poesia con quel taglio unico che solo lui è in grado di dare ai resoconti sportivi. Tanto da meritarsi, secondo italiano dopo Nicola Pientrangeli, l’ingresso nella “Hall of Fame” di Newport.
Clerici ha formato, con Rino Tommasi, la coppia perfetta di telecronisti; uno portato alla divagazione e all’aneddotica, l’altro più attento alle statistiche e alla cronaca della partita, entrambi profondi conoscitori del gesto tecnico e delle implicazioni psicologiche di un match. Una coppia che le recenti scelte commerciali di SKY ha inevitabilmente sciolto, nonostante il parere contrario di tanti appassionati. Ma tutti noi, che abbiamo iniziato a conoscere il tennis attraverso le loro parole, prima ancora che con le immagini televisive, non possiamo che ringraziarli entrambi, con la speranza di tornare presto a sentirli.
Per adesso ci limitiamo a un sentito: BUON COMPLEANNO, GIANNI da parte di tutta la redazione.
Certo, buon copmpleanno Gianni, al quale imputo di aver tirato su una generazione di Clerici dipendenti senza che esistano comunità di recupero.
Poichè possiedo la raccolta degli articoli di Gianni dal 1967 chiedo: Gianni, perchè alla mia collezione di ritagli mancano gli ultimi 3 Us Open.
Nereo Ponte – Vicenza
Auguri Gianni!