
CONTRO LA CROAZIA PER RISORGERE
Finalmente siamo usciti dal purgatorio. È stato un calvario lungo 12 anni: dalla retrocessione del 2000 fino alla riemersione dell’anno scorso. L’apnea ci ha sfiancati. E a un certo punto la notte è sembrata ancora più scura, quando nel 2004 siamo scivolati addirittura in quella che può essere definita la Serie C del tennis, ovvero il Gruppo II. Quello è davvero l’inferno sulla terra. Un’onta, una macchia difficile da mandare via.
Adesso è arrivato il momento di voltare pagina e quest’anno, dopo una serie di sorteggi sfortunati che non ci hanno permesso di riconquistare il World Group con qualche anno di anticipo (Spagna e Svizzera sono stati ostacoli insormontabili), l’urna ci ha sorriso. Nel primo turno, ovvero gli ottavi di finale, incontriamo la Croazia. Le possibilità di andare avanti ci sono. Sognare non è proibito. E non mi riferisco solo ai quarti ma all’opportunità di arrivare fino in semifinale. Dando un’occhiata al tabellone, è facile notare che siamo dalla stessa parte di Canada e Spagna. Messa così, sembrerebbe una porzione chiusa. E invece la Spagna dovrà affrontare i canadesi senza Rafael Nadal, David Ferrer, Feliciano Lopez e Nicolas Almagro. Se il Canada dovesse passare, un eventuale quarto di finale contro l’Italia si presenterebbe equilibratissimo.
Ma restiamo con i piedi per terra e occupiamoci innanzitutto della sfida di primo turno. Visto che giochiamo in casa, facciamo gli onori presentando per prima la squadra di Zeljko Krajan. La Croazia si schiererà con Marin Cilic, Ivan Dodig, Antonio Veic e Mate Pavic. Chiaramente il peso è tutto sulle spalle di Cilic, questa settimana numero 13 del mondo: Ivo Karlovic ha detto addio alla sua nazionale e se Marin non è in giornata, le speranze di qualificazione si riducono al lumicino contro qualsiasi avversario. Dodig non ha grande manualità ma ha un carattere forte, difficile vederlo mollare; numero 59 del ranking, lo penalizzano le scarse doti tecniche. Veic è fuori dai primi 120 e il diciannovenne Pavic è 367. E nessuno dei due si segnala come grande doppista.
E noi come ce la passiamo? Barazzutti ha convocato Andreas Seppi, Fabio Fognini, Paolo Lorenzi e Simone Bolelli. Sorprende l’esclusione di Daniele Bracciali ma è motivata dall’exploit della coppia formata da Fognini e Bolelli che hanno raggiunto a sorpresa la semifinale di doppio dell’Australian Open, battuti in tre set dai gemelli Bryan, la coppia più forte del mondo. Seppi è nel momento d’oro della sua carriera: grazie al quarto turno ottenuto a Melbourne, è entrato tra i primi 20 del ranking, precisamente alla posizione numero 18. Da troppo tempo non avevamo un azzurro così in alto in classifica: dobbiamo risalire a Gaudenzi e prima ancora a Camporese. Non si può dire lo stesso di Fognini, eliminato al primo turno dello Slam australiano da Bautista Agut con più di qualche rimpianto. Il suo tennis umorale e altalenante lo costringe ancora in una posizione non consona alle sue qualità tennistiche (numero 44 del ranking) ma finché non riuscirà a trovare continuità di rendimento, salire sarà impossibile. Comunque Fognini quando c’è da lottare, magari davanti a un pubblico che si scalda facilmente come avviene nei match di Coppa Davis, riesce sempre a ricavare il meglio dal suo tennis. E trattandosi del nostro secondo singolarista, abbiamo serie possibilità di superare l’ostacolo. Se dovesse servire, è probabile che il ligure venga impiegato anche in doppio, in coppia con Bolelli o con Seppi. Lorenzi sarà spettatore non pagante, a meno di clamorose sorprese.
I precedenti dicono Croazia, uscita vincitrice in entrambi i confronti. Nel 2001 si giocò sulla terra del Foro Italico e furono decisive le due sconfitte di Luzzi contro Ivanisevic e Ljubicic. Nel 2008, la sfida si risolse al quinto singolare quando Ancic sconfisse in tre set Bolelli davanti al pubblico amico di Dubrovnik. Ma stavolta ci sono tutte le premesse per invertite la tendenza.
Gli head-to-head tra i singolaristi confortano questa previsione ottimistica. I numeri 1 delle rispettive compagini, Andreas Seppi e Marin Cilic, sono 5-5 nei confronti: sul duro l’azzurro conduce 5-3 mentre il croato ha vinto gli unici due precedenti giocati sulla terra (a Umago e Gstaad). Ma abbiamo ancora negli occhi la splendida vittoria dell’altoatesino proprio contro il croato nel corso dell’Open d’Australia: cinque set tirati che hanno prosciugato le energie di Andreas, compromettendone le possibilità di avanzare ancora nel torneo; cinque set nel corso dei quali Seppi non ha mollato un punto, non è indietreggiato di un centimetro. Dunque Seppi-Cilic alla pari, con una leggera preferenza per l’azzurro, visto il momento di forma che sta attraversando. Contro Ivan Dodig, invece, il nostro parte decisamente favorito: i precedenti dicono 3-0 per il numero 1 d’Italia ma la differenza, più che nei numeri, è nella qualità di gioco. È vero che la Coppa Davis a volte si configura come un frullatore impazzito, che fa saltare qualsiasi logica e pronostico, ma chi di voi lettori non sarebbe sorpreso da una sconfitta del nostro migliore giocatore contro Dodig?
Mettiamo che Seppi conquisti solo uno dei due punti a disposizione. Cosa possiamo aspettarci da Fognini? Fabio parte sicuramente sfavorito contro Cilic e infatti i precedenti vedono il croato in vantaggio 2-1 ma sulla terra hanno vinto una volta per parte. Il discorso si ribalta contro Dodig che ha vinto l’unico precedente, giocato due anni fa sul veloce indoor di Parigi-Bercy e deciso da tre combattuti set, ma non è in grande forma e contro il ligure non può certo partire con i favori della vigilia. Se anche Fabio dovesse conquistare uno dei due singolari, diventerebbe decisivo il doppio. E qui, giochi chi giochi (vale a dire Fognini-Bolelli o Fognini-Seppi), la partita è aperta. I loro due rincalzi, Veic e Pavic, non fanno certo paura. Ma non è da escludersi che Krajan utilizzi i due migliori singolaristi anche per giocare il doppio. Nonostante l’exploit di Fognini e Bolelli a Melbourne, sarebbe meglio evitare di rendere il doppio (che in Davis si gioca di sabato, prima dei due singolari decisivi) un punto determinante. Insomma, ci sarà da soffrire ma abbiamo quantomeno il 50 % delle possibilità di fare il colpaccio.
La storia dell’Italia in Coppa Davis è di quelle importanti: abbiamo alzato l’Insalatiera una sola volta, tra le polemiche in Cile nel 1976, ma abbiamo giocato altre sei finali (1960, 1961, 1977, 1979, 1980 e 1998). Fino alla retrocessione del 2000, la nostra nazionale era l’unica a essere sempre stata presente nel World Group.
L’ultima vittoria dell’Italia nella Serie A del tennis risale al 1998, quando riuscimmo a sconfiggere 4-1 gli Usa in semifinale per poi perdere contro la Svezia in finale (fu fatale l’infortunio occorso a Gaudenzi che lo costrinse al ritiro nel primo singolare). Vecchi ricordi. È arrivato il momento di aggiornare l’album di famiglia.
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