
COPPA DAVIS, IL CANADA PER LA STORIA, LA SERBIA PER LA CONFERMA
Tennis. Tra venerdì 13 e sabato 15 settembre i team delle nazionali serba e canadese si affronteranno nella tre giorni di semifinale di Davis Cup dove si giocheranno un posto per la finale di novembre. Quello che andrà in scena a Belgrado sarà il primo scontro diretto tra le due squadre che mai si sono affrontate sino ad ora.
La nazionale canadese cercherà il colpaccio in terra serba e proverà ad agguantare una clamorosa finale nello stesso anno in cui ha conseguito la prima vittoria nel World Group. L’ultima nazionale a riuscire nell’impresa fu, guarda caso, proprio la Serbia. Il tema di Martin Laurendeau si cimenta per la prima volta nella storia in un semifinale del World Group dopo aver ottenuto gli scalpi eccellenti di nazioni quali Italia e soprattutto Spagna. Il cammino infatti dei nordamericani è stato da subito impreziosito da un importante successo conseguito al primo turno sui cinque volte campioni iberici orfani dei suoi talenti più pregiati. Ai quarti invece i canadesi avevano infranto i nostri sogni di semifinale battendoci per con un 3 a 1 senza appello. La Serbia dopo il successo del 2010 ed i quarti dello scorso anno, quando venne battuta dai futuri campioni della Cechia, cerca la seconda finale in tre anni dopo aver avuto ragione del modesto Belgio al primo round e della più quotata squadra Usa ai quarti.
Elenchi già diramati dunque sarà della partita il numero uno del mondo Novak Djokovic che difenderà i colori serbi, agli ordini del capitano Bogdan Obradovic, a pochi giorni dalla finale persa allo Us Open da Rafael Nadal. Nole, rientrato quest’anno dopo l’assenza del 2012, ha fatto la sua parte nelle vittorie riportate nei turni precedenti rimettendoci quasi un’anca nel quarto rubber contro Sam Querrey portato comunque a casa in poco più di due ore e mezza. Fidato scudiero di Djoker sarà il solito Janko Tipsarevic oltre al giovane Dusan Lajovic numero 142 del mondo. Nel doppio le speranze sono riposte nello specialista Nenad Zimonijc che giocherà, come Djokovic, in casa essendo nativo di Belgrado.
Per il numero uno canadese Milos Raonic, originario del Montenegro, questa trasferta sarà un po’ un ritorno alle origini. Entrato per la prima volta in Top 10 questa estate dopo aver agguantato la prima finale di un Masters 1000 a Montreal, il lungagnone canadese porterà sulle spalle gran parte delle responsabilità e delle speranze di un intero paese. Per arginare il suo servizio al fulmicotone e la sua potenza la Serbia ha approntato nell’Arena di Belgrado un bel campo in terra battuta, basterà? Ancora qualche dubbio per Laurendeau su chi schierare come secondo singolarista. Il più quotato ovviamente è Vasek Pospisil, coetaneo di Raonic e numero 41 del mondo, che non ha sfigurato durante l’agosto americano (semifinali a Montreal) sebbene abbia perso il suo rubber ai quarti rimontato da un grande Andreas Seppi. Outsider è Frank Dancevic, numero 135 del mondo, che ha fatto il suo nel tie contro la Spagna umiliando Marcel Granollers nel secondo rubber. Nella scelta del capitano gran parte dell’influenza l’avrà la superficie di gioco. Nel doppio prepariamoci a vedere scintille e soprattutto, grandissimo tennis. Di fronte ci saranno il sopracitato Zimonijc ed il veterano Daniel Nestor. Quando giocavano in coppia gli orologi si fermavano, vedremo sabato chi fra i due riuscirà ad avere la meglio. Il partner del nordamericano sarà Pospisil con cui costituisce una coppia abbastanza collaudata in ambito Davis, mentre per Zimonjic, che ha sempre avuto un partner differente nei precedenti tie, potrebbe esserci proprio Tipsarevic.
Appuntamento con la storia per il Canada. Il capitano è però conscio di cosa significhi questa semifinale per i suoi e soprattutto dell’ottimo lavoro fatto sino ad ora: “Come gruppo abbiamo sostenuto prove che ci hanno decisamente esaltato, quest’anno abbiamo fatto cose che non sono mai state fatte prima. Guardiamo però avanti a questo ennesimo banco di prova, a questa ulteriore opportunità di portare avanti il momento storico di cui siamo artefici”. E chissà che la superficie scelta non desti qualche preoccupazione all’interno del team: “Anche i giocatori serbi hanno giocato solo su superfici veloci dopo Wimbledon, dunque saremo tutti molto occupati ad esercitarci sulla terra. Ci troviamo di fronte ad un team molto ostico, ma quest’anno ci siamo comportanti egregiamente contro nazionali più in alto di noi nel ranking come Spagna ed Italia”. Non resta che stare a vedere.
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