
DIMITROV E’ CRISI NERA, ADDIO QUEEN’S
TENNIS – Il numero undici del ranking Atp, il bulgaro Grigor Dimitrov, ha perso la possibilità di difendere il suo titolo al Queen’s dopo la netta sconfitta di ieri contro Gilles Muller, sconfitta questa che acuisce in maniera forte, netta, chiara, una crisi che a questo punto della stagione rischia di assumere contorni pesantissimi. Non che non si possa perdere contro il numero 48 del mondo ma il modo con cui è arrivato l’ennesimo ‘capitombolo’ lascia esterefatti per arrendevolezza e mancanza di soluzioni in campo.
“E’ un momento difficile per me, inutile nasconderci. E’ stata una sconfitta durissima ma, devo anche dar credito al mio avversario. Lui ha giocato un ottimo match servendo molto bene”, ha detto Dimitrov.
“Sono stato sempre vicino nel punteggio. Voglio dire, penso di essere stato a un nonnulla dal poterla girare questa partita ma alcuni punti fondamentali hanno fatto tutto la differenza del mondo. Ho certamente bisogno di cambiare qualcosa nel mio gioco, ma escluderei rivoluzioni apocalittiche. Penso anche ad almeno due palle break nel primo set, mi sentivo in fiducia e stavo colpendo bene la palla. Pensavo che tutto stesse andando nella giusta direzione ma, come spesso succede nel tennis, con due – punti puoi cambiare la storia e quei punti hanno fatto sostanzialmente la differenza”.
“E’ sempre molto triste non poter difendere un titolo, ma questo fa parte del gioco. Adesso ho itenzione di staccare per almeno due giorni dal tennis e poi comincerò a concentrarmi ed allenarmi per Wimbledon, e, si, sono sicuro che le cose possano cambiare”.
Dunque un Dimitrov che, almeno nelle dichiarazioni post-match, cerca di non fare drammi ma la realtà è ben diversa. Il suo record stagionale dice 18-11 con un Roland Garros giocato in maniera scellerata (sconfitta contro Jack Sock in tre set) ed alcune sconfitte che gridano ancora vendetta (come dimenticare lo scivolone contro Cuevas in Turchia o quella sanguinosa contro Harrison ad Acapulco). Da lunedi’ la sua classifica rischia di sprofondare ancor di più e con essa anche la fiducia nel prossimo grande appuntamento sul verde londinese.
“Si è vero, il paragone con Federer mi ha schiacciato”, quasi un urlo liberatorio per scrollarsi definitivamente quest’etichetta sempre fastidiosa e tremendamente pesante. C’è chi vorrebbe, per il bene del bulgaro, anche l’addio con Roger Rasheed reo, secondo la critica, di pensare soltanto alla crescita fisica del talento di Haskovo preoccupandosi meno degli aspetti tecnici. Chissà quali saranno le scelte di quello che, a torto o ragione, resta un patrimonio del tennis tutto da salvaguardare.
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