
DJOKOVIC: “TROICKI È INNOCENTE, BISOGNA CAMBIARE LE REGOLE!”
Tennis. In un’intervista riportata dai colleghi di Tennis.Com, Novak Djokovic dice di aver firmato una petizione per convincere l’ITF ad istituire nuove regole per il processo anti-doping. Il serbo ha fatto questo a sostegno del suo amico e compagno di squadra di Coppa Davis, Victor Troicki, che sta scontando una squalifica di 18 mesi per non essersi sottoposto ad un esame del sangue in Aprile, durante il Masters di Monte Carlo. Troicki ha addotto come scusa il fatto di stare troppo male per sottoporsi ad un test quel giorno e ha aggiunto che un funzionario del controllo antidoping gli ha detto che avrebbe avuto la possibilità di farlo il giorno successivo. L’ ufficiale di controllo antidoping sostiene di non averlo mai detto e la commissione ITF si è schierata dalla sua parte. Troicki farà appello alla Corte di Arbitrato dello Sport la prossima settimana.
“L’intero caso attorno a Viktor è molto ingiusto,” Djokovic ha detto ai giornalisti. “Credo che lui sia innocente. Non è stato accusato di essere positivo a nessun tipo di sostanza, è stato solo accusato di non aver fornito il campione di sangue. Lo conosco da quando avevo otto anni, siamo cresciuti insieme, è uno dei miei migliori amici. Non c’è alcun dubbio nella mia mente che lui sia innocente, l’ho sostenuto dal primo momento. Spero che tornerà ad essere in grado di giocare, perché di certo non è colpevole. Non so cosa accadrà ma sono sicuro che ha intenzione di tornare in tour, si spera già nelle prossime due settimane, e ha intenzione di essere con noi nella finale di Coppa Davis, perché noi vogliamo questo”.
Ovviamente Djokovic sembra prendere per buona la versione del compagno su ciò che è accaduto a Monte Carlo. Troicki ha sostenuto che il funzionario, la dr.ssa Elena Gorodilova, gli disse che se avesse scritto una lettera per l’ITF nella quale avesse spiegato il motivo per cui non riusciva a prendere un campione di sangue quel giorno, gli sarebbe stato permesso di farlo il giorno successivo. Ma l’ITF non crede a questa versione.
“Non capisco perché stiano mantenendo lo sua sospensione. Per che cosa? Per non aver fornito la prova del sangue? Ha chiesto quel giorno alla signora ‘Sa, non mi sento bene. Posso darvelo domani?’ e gli è stato detto ‘Sì, se scrivi un rapporto.’ Ha scritto il rapporto e l’unica cosa che si sa è invece che non sta dicendo la verità alla Corte di Londra. Lei ha detto che stava provando a convincerlo, che ci sono voluti 20 minuti a piedi dall’ufficio anti-doping all’ufficio ATP al torneo di Montecarlo, che dista 20 metri. Lei sta mentendo. Questo è molto negativo per il nostro sport e per l’agenzia anti- doping avere persone che sono responsabili di questo lavoro che non riescono a dire ciò che è realmente accaduto quel giorno. C‘era un’altra persona presente nella stanza, quel giorno, che ha scritto in un inglese perfetto sulla relazione, e poi in tribunale a Londra non capiva una sola parola.”
La petizione alla quale si riferisce Djokovic dice che un giocatore può richiedere un ufficiale dell’ATP in stanza, se vi è una controversia.
“Il motivo per cui sono stato il primo a scrivere una petizione per il cambiamento delle regole è quello di cercare di diffondere la consapevolezza nelle persone che, ovviamente, non c’è. Tutto si riduce a chi ha detto cosa e chi crede in chi.” Ha continuato Djokovic. “Ci deve essere una macchina fotografica o una persona in più nella stanza mentre si sta facendo il test, perché poi il giocatore non ha nessun diritto.”
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