
E NOLE LANCIO’ L’ALLARME: IL TENNIS IN SERBIA MUORE
TENNIS – “Il tennis serbo sta morendo”. E se ha dirlo è il numero 1 del mondo, che è serbo di Belgrado sebbene risieda a Monte Carlo, e si chiama Novak Djokovic, la frase arriva come una scossa di terremoto. Ed è giunta ieri, alla vigilia della finale di Parigi-Bercy, rimbalzata poi dai media del Paese.
Top 100 maschile: Novak Djokovic, seguito da Dusan Lajovic e Filip Krajinovic. Ai quali si aggiunge Nenad Zimonjic, primo tra gli “umani”, ossia di coloro i quali di cognome non facciano Bryan, nel ranking di doppio. Top 100 femminile: Ana Ivanovic, Jelena Jankovic, Bojana Jovanovski nonché la sorpresa degli ultimi US Open, Aleksandra Krunic. Insomma i numeri certo non sembrano bocciare il movimento di una nazione intera. Eppure… “Negli ultimi cinque-dieci anni, si è purtroppo registrata una pesante flessione – ha detto il giocatore che guida il ranking planetario – Sembra quasi che i giovanissimi si stiano disinteressando a questo sport, che abbiano deciso di non impegnarsi più nella pratica della disciplina. Purtroppo, questi dati dicono che il tennis nel nostro Paese sta morendo. Paradossalmente, se si tiene conto dei notevoli successi ottenuti dai nostri professionisti in campo maschile e femminile”.
La federazione serba ha dunque “bisogno di lavorare su un solido sistema organizzativo. La federazione non deve essere vista come un punto di arrivo per noi giocatori, bensì una fonte di grande sostegno per la nascita di nuove generazioni di tennisti. Spero che ciò accada in un prossimo futuro e che le riforme dal punto di vista della programmazione sui nostri club aiutino questo nuovo sviluppo. Io continuerò a stare dietro a questi cambiamenti”.
Da poco papà di Stefan, per il quale ha già tracciato un futuro con una racchetta in mano, Djokovic è oggi impegnato anche nella crescita tecnica di Krajinovic e nell’appoggio alle varie iniziative federali. Sebbene lo scorso settembre abbia sollevato qualche mugugno a causa della sua assenza nel match tra India e Serbia, play off per rimanere nella Serie A di Coppa Davis. E’ stato proprio il pupillo di Nole, Filip Krajinovic, a portare il punto decisivo, vincendo 6-3, 6-4, 6-4 contro Yuki Bhambri. Assenza tuttavia giustificata quella di Novak, in cerca di tranquillità familiare dopo le fatiche di Flushing Meadows.
Djokovic ha comunque ribadito di non ricoprire alcun incarico di responsabilità in seno alla federazione del suo Paese. “Negli ultimi dodici mesi, ho cercato di sostenere una serie di attività volte a fornire impulso verso i cambiamenti nell’organizzazione del tennis e alla promozione di iniziative il più possibile efficaci su questo fronte”. Guardare indietro, alla base, a quei ragazzini che Nole vede allontanarsi dai campi, per correre in avanti. Credevate che in questo sport contassero soltanto i trofei?
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