
HEWITT PUNTA SU TOMIC: “ORA TOCCA A TE”
Tennis. All’indomani della felice ricorrenza che lo ha visto protagonista facendogli compiere un felice tuffo nel passato, Lleyton Hewitt ha analizzato lucidamente lo stato del tennis nel suo paese. 12 anni fa un giovanissimo tennista aussie, gran combattente da fondo campo, uno dei padri fondatori di questo stile di gioco che oggi come oggi sembra aver preso definitivamente piede, andò a vincere in quel di Flushing Meadows il suo primo Slam, uno dei trofei più importanti della sua carriera. Il successo gli concesse l’onore di sedere sulla poltrona più alta del ranking mondiale diventando il più giovane year end number one all’età di 20 anni ed otto mesi.
Tempi straordinari per il tennis australiano che con il suo idolo è stato per un lungo periodo sulla cresta dell’onda. Ma ora? Quali le prospettive? Rusty da questo punto di vista non ha dubbi. Se c’è qualcuno che può riportare il movimento aussie ai fasti di un tempo questi è il suo connazionale Bernard Tomic. 21enne tennista dotato di un bagaglio tecnico indiscutibile, ma che troppo spesso balza agli onori della cronaca per imprese che con il tennis hanno ben poco a che fare, mentre il rendimento sul campo propone un deleterio, per lui, andamento a singhiozzo. Per fare un esempio, il buon Bernard aveva cominciato il 2013 alla grande inanellando ben 10 vittorie consecutive e mettendo in bacheca il primo trofeo conquistato davanti al suo pubblico a Sydney. Poi però la battuta d’arresto da cui non si è più ripreso. L’anno si è così concluso con cinque sconfitte consecutive al primo turno che lo hanno condannato a chiudere la stagione, per la seconda volta consecutiva, fuori dai migliori 50 del ranking.
Hewitt cerca di analizzare la situazione con lucidità e realismo: “Ha dei grossi up e down durante la stagione in termini di risultati. Un attimo prima sembra essere in formissima per tre o quattro settimane, un attimo dopo ecco che arrivano tre o quattro sconfitte consecutive“. Quali le ragioni secondo l’ex numero uno del mondo: “Penso sia ancora giovane ed il tour annuale al quale siamo sottoposti è molto duro. Quando approcci per la prima volta il tour non è facile essere in grado di giocare bene per 40 settimane consecutive. Penso a ragazzi attempati come me e Roger che cercano di trattenersi ancora e restare nel giro del circuito finchè sono in grado di essere competitivi durante l’anno“.
Guardando le storie di Hewitt e Tomic non può che risaltare un grandissimo divario tra i due in termini non solo di rendimento, ma anche di professionalità e di dedizione al sacrificio. Nel febbraio prossimo Rusty compirà 33 anni ed ancora non ha voluto mettere nel cassetto il sogno di poter vincere finalmente lo Slam di casa. Sogno che ha solo accarezzato nel 2005 quando fu fermato in finale da un grande Marat Safin. Hewitt appare però ancora speranzoso: “Con il giusto tabellone ed un pò di fortuna, non si può mai sapere. Ovviamente ci sono dei competitor molto più in palla con cui dover fare i conti: Rafa e Novak sono di sicuro i più pericolosi, senza contare Roger, Andy Murray, Juan Martin Del Potro e Tomas Berdych tutti estremamente competitivi“. Ma sognare non costa nulla soprattutto se si pensa al sorprendente exploit di cui si è reso protagonista all’ultimo Us Open quando si impose in cinque set su Del Potro entrando di prepotenza agli ottavi di finale. “Non sarebbe male procedere ed andare avanti al di sotto dei radar“.
Ottimista e sicuro di sé, Hewitt continua a considerarsi il top player australiano sebbene graviti ben dieci posizioni al di sotto di Tomic in classifica. “Di sicuro è lui il migliore dopo di me. Però ora ha bisogno di fare il salto di qualità: passare dalla top 50 alla top 20. Il passo successivo sarà la Top 10 e magari essere in lizza per la vittoria di uno Slam“. Rusty dixit.
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