
HO AVUTO PAURA
Roma – Nel 2009 riuscì a conquistare il titolo del torneo Atp 250 di Houston. Ora è costretto a competere nei Challenger ed è sceso alla posizione n.513 del ranking. Stiamo parlando dell’americano Wayne Odesnik, sospeso per un anno dopo essere stato trovato in possesso dell’ormone della crescita (HGH, human growth hormon).
Era il gennaio del 2010. Wayne fu trovato all’aeroporto di Brisbane, in Australia, con una quantità di ormoni della crescita in borsa. Una situazione particolare, perché per regolamento si può essere squalificati se trovati con sostanze dopanti in corpo, non nella borsa. Dunque, dopo una negoziazione tra l’Itf (la Federazione Internazionale) e lo statunitense, Odesnik si autosospese per un anno. Le reazioni dei suoi connazionali non furono docili, primo fra tutti Andy Roddick che aveva dichiarato: “Questo è barare. Voglio una condanna esemplare, sono rimasto sconvolto dall’accaduto. Non abbiamo bisogno di storie come queste nel circuito”. A peggiorare le cose, almeno per le malelingue, il fatto che l’allenatore di Odesnik fosse l’argentino Guillermo Canas, squalificato anche lui per doping per circa due anni.
Ora Wayne è tornato a parlare: “Non sapevo – ha detto al quotidiano americano “Usa Today” – che anche solo il possesso di qualsiasi sostanza vietata fosse una violazione. So che se si prende qualcosa, e il test viene positivo, si viene puniti, ma, visto che io non ho mai preso nulla, non ho mai pensato di dover pagare come se mi fossi dopato”.
Odesnik ha anche detto di aver consultato un paio di medici, di cui non fa il nome, che gli avrebbero consigliato di prendere l’ormone HGH per guarire da alcuni mali, e che in ogni caso non avrebbe mai assunto la sostanza senza una preventiva autorizzazione.
“La domanda – ha continuato Wayne – che tutti mi posero dopo l’accaduto fu ‘Perché non hai negato che quello che era dentro la borsa fosse tuo?’. Mi sembra che questa sia proprio la prova della mia buonafede. Fossi stato consapevole che stavo infrangendo una regola, probabilmente avrei provato a dire che l’ormone HGH non era mio. Io non pensavo fosse un problema, sarò stato ingenuo. Non ho pensato di stare facendo qualcosa di sbagliato. Ecco perché dissi: ‘Sì, quelle sono le mie borse’. E’ stato un errore in buona fede, e ho pagato le conseguenze di questo errore”.
Secondo un articolo del programma antidoping dell’Itf, una parte della squalifica di un atleta può essere sospesa “laddove il soggetto sanzionato dia un contributo fondamentale” nello smascherare altri reati del genere. La sospensione dell’americano, che dapprima doveva essere di due anni, è stata dunque ridotta ad un anno per la collaborazione tra il giocatore e l’Itf (il tipo di collaborazione, però, non è mai stato reso noto).
“Dobbiamo stare molto attenti – ha detto l’avvocato di Odesnik Christopher Lione – a non violare il patto di riservatezza che abbiamo con l’Itf”. Alcuni dettagli, quindi, non li sapremo mai.
Quello che è certo è che l’intera esperienza è stata, per lo statunitense, un campanello d’allarme. “Quando tutto è accaduto, è stato un momento terribile per me. Ho capito quanto amavo il tennis quando mi sono accorto che potevo perdere tutto”. Peccato non averlo capito prima…
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