
PETRA E VIKA, CHI VINCE E’ SECONDA
Tutto pronto per l’epilogo dei WTA Championships di Istanbul e di tutta una stagione di tennis WTA. La finale sarà tra le numero 3 e 4 del mondo, rispettivamente Petra Kvitova a Victoria Azarenka. Quattordici incontri hanno portato ad una finale decisamente meritata da entrambe le protagoniste, emerse fin dalle prime battute del torneo come me le giocatrici più in forti, o almeno più in forma.
Il pubblico di Istanbul potrà così assistere ad una finale che porterà la vincitrice al numero 2 della classifica WTA, con concrete chance di volare presto al comando del ranking se Caroline Wozniacki non troverà nuove armi per puntellare il suo scricchiolante trono.
Per entrambe si tratta della prima finale nei Championships di fine anno, anche se il peso psicologico è certamente maggiore per la Azarenka, a caccia del primo successo importante della carriera.
Per Petra Kvitova un successo domani rappresenterebbe un serio tentativo di candidarsi se non a dominatrice, a chiaro punto di riferimento del tennis fermminile. Dopo il successo di Wimbledon Petra ha infatti dovuto rallentare per problemi fisici ed appena la salute le ha dato tregua, è tornata a vincere a Linz ed ha dominato i primi incontri di Istanbul. Viene spontaneo chiedersi cosa sarebbe successo se la ceca fosse rimasta in buona condizione per tutta la stagione.
Da parte sua Victoria Azarenka non può ancora esibire titoli (o finali) dello Slam, ed il secondo posto verrebbe forse più come un auspicio che come una fedele descrizione della stagione della bielorussa, fino ad oggi incapace di incanalare il proprio devastante talento soprattutto nei momenti chiave dei tornei. L’ascesa lenta è costante della ragazzona di Minsk è il paradossale compromesso tra un potenziale altissimo ed una scarsa capacità di dare il meglio nei momenti più importanti.
Il percorso di Vika a Minsk è però incoraggiante da questo punto di vista. Dopo avere dominato i primi due match, la bielorussa aveva dato segni di incertezza nel terzo match perso con la riserva Marion Bartoli, ma ha rispolverato tutto il suo tennis nella semifinale dominata contro Vera Zvonareva (6-2 6-3). Domani scopriremo se la maturazione della ventiduenne si sta compiendo, o se il distacco dalla Kvitova continuerà ad aumentare.
I precedenti sono sul 3-2 per la Kvitova, che ha vinto tutte e tre le ultime sfide, nelle due ultime edizioni di Wimbledon, e nella finale del torneo di Madrid. La finale di domani sarà anche e soprattutto la rivincita della semifinale di Wimbledon, un 6-1 3-6 6-2 per la ceca che per ora ha scavato un solco importante tra le due avversarie.
Il pronostico è tra i più difficili, la Kvitova potrebbe mostrare qualche segno di stanchezza, ma per la Azarenka sarà la finale più importante della carriera, ed è difficile prevedere in che modo la bielorussa reagirà alla situazione. Azzardiamo che, se non fosse preda dei suoi fantasmi, la Azarenka potrebbe diventare (di poco) la favorita.
In doppio la finale vedrà opposte le prime due coppie dell’anno, Peschke/Srebotnik e Huber/Raymond. Il duo a stelle e strisce ha sconfitto per 4-6 6-3 10-7 le campionesse in carica Flavia Pennetta e Gisela Dulko
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