
NEDOVYESOV, DALL’UCRAINA E GLI STATES AL MIRACOLO DAVIS
Tennis. Nel rocambolesco weekend kazako, che ha sancito l’eliminazione al primo turno della Nazionale italiana in Coppa Davis, oltre all’ormai sempre decisivo Mikahil Kukushkin, si è preso prepotentemente il ruolo di eroe nazionale il 29enne Aleksandr Nedovyesov, personaggio non molto famoso ai più la cui storia ha comunque molto da raccontare sulla strada che lo ha portato da Alushta in Ucraina, sua città di nascita, al successo di Astana su Fabio Fognini dopo un match dalle mille facce.
Se molto di lui si potrebbe non sapere, è a causa del fatto che gran parte della sua carriera, fino a pochi anni fa, ha avuto luogo tra i campi da gioco americani, quando con la Oklahoma State, che ha frequentato dal 2007 al 2011, si è distinto per come “National Player of the Year” nel 2009 realizzando uno score di 37 vittorie e 7 sconfitte, ottenendo anche una apparizione su Sport Illustrated nello stesso anno, prima di tornare al circuito ATP a tempo pieno; 205 del mondo nel 2012 e da lì sempre più in alto, con il suo best ranking che dice N.72 nell’aprile 2014, pochi mesi dopo il cambio di nazionalità da ucraino a kazako avvenuto nel gennaio del 2014.
Il 2014 è stato l’anno delle grandi conferme per lui, con la conquista del secondo turno sia al Roland Garros che agli U.S.Open oltre alla finale nel Challenger di Bergamo, persa da Benoit Paire, ed ai grandi risultati ottenuti in Davis, con il successo in coppia con Andrey Golubev contro Stan Wawrinka e Roger Federer nella scorsa edizione e la vittoria decisiva di domenica contro Fognini.
Giocatore di seconda fascia, autore della partita della vita e semplice fortunato: in molti hanno provato a definire l’ex ucraino dopo l’exploit del quinto incontro al primo turno del World Group, eppure Aleksandr sembra qualcosa in più di tutte queste definizioni, spesso date anche da un’eccessiva dose di rabbia post-sconfitta. Un Golubev sottotono gli ha spalancato le porte del singolare, e se le posizioni tra lui e Fognini erano 108, Nedovyesov ha dimostrato di sapersi ben comportare anche nei momenti di superiorità del suo avversario, sapendo fare il suo nonostante il pronostico fosse tutto contro.
Di errori ne ha fatti e anche di gravi, come Fognini d’altronde, ma lo spirito di chi riesce a fare bene in una partita del genere, quando fino a poco prima neanche si doveva scendere in campo, deve andare oltre alle semplici analisi statistiche, e ad essere proprio obiettivi, oltre anche al famoso “come sarebbe andato se”, visto che se fosse stato Fognini a portarsi a casa la partita le carte sul tavolo sarebbero ben diverse.
La differenza di livello, soprattutto sul duro indoor, non è la stessa che riportano i numeri, e ancora tanto passerà tra un risultato annunciato alla vigilia e un’exploit che diventa assolutamente impossibile, con una carriera partita da vicino ma giunta anche molto lontano che ha insegnato quanto possano regalare gli sforzi di una vita, anche lontano dai riflettori e dai telecomandi della gente.
Aleksandr ha vinto tante partite in vita sua e questa può considerarsi una delle più importanti; riconoscere i meriti altrui può sicuramente aiutare a cambiare in meglio, come ha fatto lui e come molti dovrebbero fare sotto tanti punti di vista.
Foto: Aleksandr Nedovyesov (foxsports.com)
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