
SHARAPOVA E IVANOVIC INCANTANO MILANO
Quanta consapevolezza, quanto splendore, emana Maria Sharapova; nel suo abito nero, tagliato su misura per lei da Giorgio Armani.
Sullo schermo alle sue spalle viene proiettata l’immagine di una ragazzina bionda, magrolina, che aggredisce una pallina da tennis con la sua racchetta. Maria viene invitata a posare lo sguardo su quella fotografia. E’ lei, tredicenne, quando partecipò al torneo Avvenire; ricorda qualcosa di quei giorni milanesi? Ma ecco che la ‘divina’ alza leggermente una mano, fino all’altezza del proprio orecchio destro: l’auricolare che dovrebbe tradurle la domanda, forse a causa dell’emozione per quel contatto ravvicinato, non funziona; e c’è da capirlo, poverino, l’alone di soggezione che si espande intorno a Maria Sharapova può veramente lasciare senza fiato. Appena l’auricolare rinviene le è ripetuta la domanda: quindi, cosa ricorda? Maria Sharapova, dà una seconda, fugace occhiata alla fotografia che la ritrae, per una frazione di secondo sul suo viso compare persino un’espressione indefinibile, quasi faccia fatica a riconoscersi in quella ragazzina, quasi che non fosse sicura al 100% che sia veramente lei. La risposta è secca, tassativa: “Niente!”; poi dopo un lieve sospiro, pare quasi attingere un’emozione dalla sua memoria e dice: “Era bello però, avere 13 anni”. Otto anni nell’Olimpo del tennis sono tutti lì: nelle sue vittorie, nel suo talento, nel suo coraggio, nella sua determinazione, nella sua fierezza, nel suo portamento regale, nel suo ‘essere Maria Sharapova’.
La direttrice di Tennis Oggi, Michela Rossi, è stata la prima in Italia a parlare di quella ragazzina russa che a quindici anni era una promessa, ed ottenuti una serie di scatti dal noto fotografo americano Art Seitz, concordò un’intervista con la piccola Maria. Era già determinata a diventare numero uno del mondo, la giovane russa che solo un paio di anni dopo avrebbe vinto Wimbledon, però su un aspetto appariva un tantino più insicura, la sua ‘immagine’, al punto da raccomandarsi di ricorrere a photoshop per far scomparire i brufoli dai primi piani, prima di pubblicare le sue fotografie. Desiderio del manager, probabilmente, ancora prima che suo; fatto sta che Maria Sharapova non ha mai lasciato nulla al caso, nemmeno un brufolo. In fondo un motivo ci sarà stato se il geniale architetto Mies van der Rohe, era solito ribadire che “Dio è nei dettagli”.
Quando le viene chiesto dei suoi obiettivi per il 2013; Maria Sharapova non cita nessun torneo in particolare: “Farò il possibile per tornare numero uno del mondo, devo lavorare duro, giocare bene i tornei, tutti, non solo gli Slam, e sin dai primi turni”. Una bellezza algida, irraggiungibile la sua, impreziosita, se solo ce ne fosse bisogno, da un’intelligenza acuta, da una mente analitica, lucida. Quanto a Serena Williams, la russa è di poche parole: “E’ una grande atleta, la sua stagione è stata fantastica”.
In contrasto con la ‘divina’; Ana Ivanovic si presenta invece in un completo color crema, preparato su misura per lei, sempre da ‘Re Giorgio’ che ne risalta la corporatura esile, i tratti delicati; come poi delicata, dotata di una grazia squisita, è lei. L’ex numero uno del mondo e regina del Roland Garros, nel 2008, racconta come dopo quel successo “non è andata come avrei voluto; certo però sono convinta di aver tutte le qualità per tornare ai vertici. Di certo furono quindici giorni straordinari, quelli di Parigi, realizzai due sogni in un colpo solo”. Riguardo all’amicizia che la lega a Novak Djokovic spiega che persona meravigliosa sia, il suo connazionale: “Ci conosciamo da così tanto tempo! Lui è sempre sorridente, sempre pronto allo scherzo, è bello avere un amico come lui”. Traspare quasi un pizzico di timidezza nella bellissima tennista serba mentre sottolinea come “domani cercheremo di far divertire il pubblico affinché trascorrano una splendida giornata di tennis”.
A questo punto non ci resta che aspettare che domani, al Forum di Assago alle ore 16, La Grande Sfida abbia inizio.
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