
SOGNO INFRANTO
Doha (Qatar) – S’infrangono contro Caroline Wozniacki le speranze di Francesca Schiavone di approdare alle semifinale del Master femminile, in corso di svolgimento a Doha. L’azzurra cede in 3-6 6-1 6-1, spegnendosi alla distanza contro un’avversaria brava a ribaltare a suo favore un match iniziato davvero male. La danese, abbastanza abulica nel primo parziale, si trasforma nei restanti due, mettendo sotto pressione la Schiavone che si arrende dopo 2 ore di gioco. Domani, match contro Elena Dementieva, (ancora in corsa), con la speranza di portare a casa la prima vittoria in carriera in un WTA Championships. Per la Wozniacki invece, oltre ad aver pareggiato i conti negli scontri diretti, (2-2), la gioia di aver raggiunto le semifinali e la matematica certezza di chiudere il 2010 da n.1 del mondo. Un altro match maratona chiude la lunga giornata in Qatar, che si protrae fino all’1:00 (ora locale), regalando agli appassionati 3 match intensi e tecnicamente molto validi. La notte di Doha si conclude con la qualificazione di Kim Clijesters, che supera Viktoria Azarenka per 6-4 5-7 6-2, giocandosi domani la leaderschips del gruppo bianco nel match spareggio contro la Zvonareva. Amichevole invece tra Azarenza e Jankovic, entrambe eliminate.
Autorità italiana – Davanti ad una cornice di pubblico più degna rispetto a martedì scorso, Francesca Schiavone gioca un primo set da regina del Roland Garros, fatto di ottime trame di gioco e grande saggezza tattica, improntato su una costante profondità di palla che mette in crisi il muro difensivo della danese. Dopo aver annullato 2 palle break nei primi 2 turni di servizio, l’azzurra prende coraggio, supportata dall’alto rendimento del suo gioco, meritandosi il break nel 4° game, chiuso con una splendida risposta di rovescio. Avanti 4-1,i fantasmi del match precedente con la Stosur, potrebbero ripresentarsi per Francesca, che invece è bravissima a spazzarli via in un baleno, grazie ad una solidità al servizio davvero efficace. Caroline soffre i continui cambi di ritmo dell’azzurra, brava a sfruttare ogni angolo del campo, mostrando spesso la parte più bella del tennis, fatta di lob, volèe e attacchi a rete. La danese prova a resistere, limitandosi solamente a rimanere in scia fino al 5-3, senza trovare soluzioni per poter rientrare nel set. Set che invece la Schiavone chiude con autorità per 6-3, piazzando 3 ace di fila che le regalano il primo parziale dopo 36 minuti quasi impeccabili
Si alza il muro. Cambia la musica nel secondo set, anche perché la danese capisce che, o reagisce o per lei il Masters potrebbe già concludersi stasera. La Wozniacki trova finalmente parte del suo gioco, alza il ritmo dello scambio e limita notevolmente i suoi errori, mantenendosi ben più dentro il campo rispetto al primo set. Francesca, dopo un ottimo parziale, inizia a subire il ritorno della danese, offrendo all’avversaria palle meno pesanti e trattorie fin troppo prevedibili, che mandano a nozze la Wozniacki, lasciandosi innervosire anche da un paio di chiamate arbitrali, che le abbassano inevitabilmente il rendimento. Forse un po’ troppo, visto che la danese vola sul 3-0 e poi sul 4-1, senza concedere alcuna palla break all’azzurra, che man mano si lascia trascinare verso il 3° set.
Ciao Francesca. L’onda del secondo set ricade totalmente nel 3°, con la Schiavone incapace di ritrovare lo smalto iniziale e soffrendo l’aggressività della danese, sempre presente e ben concentrata. L’inizio è decisivo per le sorti del match, con la danese che piazza il break al primo gioco trasformando la 4° opportunità concessale dalla milanese, che cala notevolmente il suo rendimento al servizio. La pressione da fondo della n. 1 del mondo diventa letale per l’azzurra, sempre meno fluida nei colpi e sempre più incline all’errore. Nel 4° game la “Schiavo” trova la forza di procurarsi la prima e unica palla break degli ultimi 2 set, che la danese annulla prontamente, portando a casa un game comunque combattuto, condito da ottimi scambi e punti di altissimo livello, scaldando anche l’impassibile pubblico mediorientale. E’ l’ultimo acuto della Schiavone, che sotto 3-1 si spegne definitivamente, come il suo servizio, che cala fino al misero 45 %, spianando la strada alla danese, che può festeggiare in un colpo solo il passaggio in semifinale e la corona dell’anno da n.1 del mondo. Per l’azzurra, dopo il match comunque importante di domani, l’attenzione si sposta adesso a San Diego per la finale di Fed Cup.
Kim abbatte Viktoria. Primi 2 set abbastanza intensi, dove entrambe le giocatrici manifestano solo a sprazzi il loro miglior gioco, non riuscendo quasi mai a staccare la rispettiva avversaria. La Clijsters parte meglio nel primo set, allungando sul 2-0, prima di subire l’immediato controbreak che rimette in corsa la bielorussa, brava a sfruttare un’ottima solidità al servizio. L’Azarenka tiene botta, rimanendo agganciata fino al 4-4, prima di subire il “Kim Back” della belga, che avanti 5-4 strappa ai vantaggio il secondo break alla bielorussa, incassando dopo 50 minuti il primo parziale per 6-4. Un paio di break per parte aprono il secondo set, prima che l’Azarenka trovi 5 minuti di follia pura che spinge l’inerzia del set dalla sua parte. Un parziale di 12 punti a 2, condito da 10 splenditi vincenti, porta la bielorussa fino al 5-3 e servizio, dando l’impressione che si vada subito al 3°. Al 3° alla fine si ci arriva, ma prima, la n 8 del torneo, decide di complicarsi un po’ la vita sparacchiando fuori 2 comode volèe e permettendo a Kim di impattare il set sul 5-5. Qui è la belga però a ricambiare il favore, lasciando all’ ex sovietica la possibilità di chiudere sul 7-5.
Crollo Viktoria. Appena vinto il secondo set, si accede la spia della riserva per l’Azarenka, che rimane totalmente a secco di energie mentali e fisiche. Una Clijsters appena sufficiente basta e avanza a prendere subito il largo, issandosi rapidamente sul 5-0 prima di regalare il game della bandiera alla bielorussa, che alza bandiera bianca dopo 2 ore e 15 minuti. Per Kim è la terza vittoria su 4 confronti contro l’Azarenka, che domani proverà a chiudere degnamente un buon 2010.
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