
US OPEN 2018, IL SORTEGGIO
TENNIS – La resa dei conti dopo che Novak Djokovic è stato incoronato The Master of Masters. Si apre ufficialmente il cammino degli US Open, edizione 2018, con la caccia al serbo ma anche agli altri big della racchetta, non solo maschile. C’è anche la parte femminile che è pronta a darsi battaglia e scoprire se c’è realmente una nuova padrona nel mondo della WTA o se, come al solito negli ultimi anni, sarà l’ennesimo momento in cui scombinare le carte.
Tra le particolarità del tabellone, spicca in maniera netta il cammino a dir poco difficoltoso di Roger Federer. Lo svizzero può trovare Nole già ai quarti, senza contare i vari Kyrgios e Cilic lungo il suo cammino potenziale. Il tutto ovviamente, tralasciando un’ipotetica finale contro Nadal. Proprio il maiorchino parte da David Ferrer, non esattamente un cliente comodissimo all’esordio, mentre c’è da tenere sotto controllo Dimitrov, all’esordio con Wawrinka, ma anche Zverev, che comincia il suo cammino da un avversario proveniente dalle qualificazioni. Le variabili impazzite non mancano: il ritorno di Andy Murray o la predisposizione al cemento di un ex vincitore come Juan Martin Del Potro potrebbero cambiare le gerarchie.
Gli azzurri, invece, partono da Fognini, che trova la wild card Mmoh al primo turno ma potrebbe incrociare Federer al quarto. Lorenzi-Edmund e Seppi-Querrey dimostrano quanto possa essere avverso il sorteggio di Flushing Meadows per gli italiani, che completano il parco major con Berrettini e Cecchinato: il primo se la vedrà con Kudla, il secondo con Benneteau.
Passando alla WTA, poi, la concentrazione è tutta riposta in Camila Giorgi, l’unica giocatrice azzurra ammessa di diritto al tabellone principale in virtù del suo numero 45 nella classifica mondiale. Per la tennista di Macerata c’è un esordio soft contro la numero 391 del ranking, la sedicenne americana Whitney Osuigwe, che accede al main draw grazie ad una wild card. Per l’italian, quindi, una partenza favorevole per cercare quantomeno di bissare il suo miglior risultato a New York, quel quarto turno che resiste dall’edizione 2013.
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