
VENUS WILLIAMS: “NON POTRÒ MAI GUARIRE”
Tutto è iniziato nell’agosto del 2011: Venus Williams è reduce da un problema muscolare all’anca che l’ha costretta a saltare la prima parte della stagione; rientra in concomitanza con l’inizio degli US Open e vince al primo turno contro la serba Vensa Dolonc ma il secondo turno non può giocarlo, non ne ha le forze. Venere ha la sindrome di Sjogren, malattia autoimmune debilitante che toglie energia, affatica le articolazioni e provoca secchezza agli occhi e alle labbra.
Da quel momento non è più la stessa: la palla non viaggia più come prima, è più lenta negli spostamenti. È chiaro che la parte migliore della carriera è alle spalle: i grandi trionfi, l’erba di Wimbledon come il giardino di casa. La sua eleganza, dentro il campo e fuori dal tennis, è rimasta la stessa. Anzi, è aumentata, se possibile.
Eppure Venus di smettere non vuole saperne. Sa che non potrà sottrarsi alla sua condizione debilitante ma non usa la malattia come una scusa, un appiglio tramite il quale giustificare un fisiologico decremento. Venere ha ancora tanti obiettivi davanti a sé e intende raggiungerli. Come ha sempre fatto nel corso della sua vita. «Sono sempre convalescente perché purtroppo la mia malattia non se ne andrà. Devo riposarmi ogni giorno. Nei miei sogni, arriverà un giorno in cui la sindrome se ne andrà, ma so che non accadrà», ha detto l’americana al sito tennis.com, tradendo un certo sconforto.
Il 2013 non è iniziato come sperava: ha giocato soltanto agli Australian Open, uscendo al terzo turno per mano di Maria Sharapova. Questa settimana è impegnata in Brasile, nel torneo di Florianopolis dove è la prima testa di serie. Ma la voglia di andare avanti non le manca: «Continuo a lavorare e a cercare di fare del mio meglio. Anche se non mi sento bene, darò sempre il 100% di me stessa sul campo. Non ho niente di cui lamentarmi. Sono felice e voglio continuare con la mia solita vita, vincendo partite e cercando di tornare tra le prime 10. Ho ancora tanto lavoro da fare e tante sfide da affrontare». Noi le auguriamo un pronto rientro nella top ten e un luminoso finale di carriera.
Ho questa malattia da sei anni e purtroppo peggioro sempre.
In bocca al lupo a te.
Graziella