
WIMBLEDON E LA RIVOLUZIONE SOCIAL
Tennis – Centotrentasette anni e non sentirli. Wimbledon è uno degli eventi sportivi più antichi del mondo, ma non è mai stato così giovane e quest’anno ha aperto persino alla rivoluzione social. I tweet e i contenuti postati dai tifosi sono stati trasmessi sul grande schermo piazzato alla base della Aorangi Terrace durante la diretta degli eventi più importanti del torneo. Dunque, gli spettatori di tutto il mondo hanno avuto la possibilità di interagire con l’evento più importante che il tennis conosca.
Un torneo al passo con i tempi grazie alla tecnologia IBM, che attraverso un Command Center ospitato sulla piattaforma SoftLayer è riuscito a canalizzare il traffico dei social network. L’organizzazione del torneo sapeva che le discussioni sul torneo non sarebbero mancate sulla rete. Il direttore delle comunicazioni dell’All England Lawn Tennis & Croquet (AELTC) Alex Willis aveva dichiarato prima dell’inizio di Wimbledon: “Il sistema Command Center potrà aiutarci a seguire l’evoluzione delle discussioni sui social network. Se si parla di una partita sul campo 12 anziché sul Centre Court, possiamo generare in maniera più facile i contenuti che la gente desidera e trasmetterli sul grande schermo della Aorangi Terrace”.
A torneo concluso, la dimostrazione delle potenzialità del sistema Command Center è cosa concreta. Se da un lato, i vincitori del torneo sono stati Novak Djokovic e Petra Kvitova, dall’altro lato, altri tennisti si sono fatti notare sono stati elevati al ruolo di protagonisti grazie alla rete. Gli esperti della IBM hanno notato che Roger Federer è stato l’assoluto protagonista delle cronache social, denotando persino una velocità di reazione ad hashtag e menzioni degna di quella che possiede sul campo. Inoltre, la foto più condivisa del torneo è stata quella scattata da Hugh Jackman con Rafael Nadal. Anche le menzioni del maiorchino sono salite alle stelle quando Nick Kyrgios lo ha battuto agli ottavi di finale. Quello è stato il momento di maggiore attività sui social network in tutto il major londinese.
C’è stato poi un solo momento in cui le interazioni social riguardanti il torneo femminile hanno superato quelle relative al torneo maschile. Alla fine della prima settimana Maria Sharapova ha confessato di non sapere chi fosse Sachin Tendulkar. Peccato che l’indiano leggenda del cricket in quel momento fosse accomodato nel Royal Box. Può anche succedere che una tennista siberiana cresciuta negli Stati Uniti possa non conoscere un giocatore di cricket. Ma gli appassionati dello sport, soprattutto gli indiani, non hanno perdonato a Masha questa mancanza.
All’esperienza social si è aggiunta anche quella della diretta dei momenti salienti delle partite più importanti e la possibilità di vedere persino gli highlights sul sito e sulla app dei Championships. In sostanza, i tifosi e gli appassionati non sono mai stati lontani dal Centre Court e dai campi importanti del torneo. E l’interazione non si è fermata solo ai commenti, ma i tifosi, da casa o direttamente dall’All England Club, hanno partecipato anche a sondaggi e valutazioni i cui risultati sono stati trasmessi sugli schermi della Aorangi Terrace (chiamata anche Murray Mound o Henman Hill). Un’esperienza praticamente a 360 gradi.
Ora tocca agli altri tornei. Dopo che lo slam più importante del mondo ha compiuto la sua svolta social aumentando in maniera esponenziale la partecipazione dei tifosi e anche dei tennisti, anche gli altri eventi dovranno in qualche modo allinearsi e consentire tale tipo di interazione e partecipazione ai propri tifosi. Wimbledon detta ancora le regole del tennis, anche nell’era del web 2.0.
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