
CAOS CALMO NEL TEMPIO
Wimbledon (Inghilterra) – Il lungo periodo di anarchia del tennis femminile ha fatto registrare anche dentro i Doherty Gates una tappa importante. Oggi, in un sol colpo, hanno lasciato il torneo le dominatrici dell’ultimo decennio e la numero uno del mondo. Le Williams avevano alzato nove volte il piatto negli ultimi undici anni e solo una volta (2006, Mauresmo batte Henin) avevano fallito entrambe la finale; il contemporaneo ko a livello di ottavi di finale nel torneo che preferiscono potrebbe segnare l’inizio di un repentino declino, vista anche la non più giovane età. Diverso il discorso relativo a Caroline Wozniacki, che ancora una volta ha perso l’occasione per andare all’assalto di quel titolo che la consacrerebbe ai più alti livelli. Tuttavia, non è detto che l’incertezza sia un male anche e soprattutto quando porta ventate di novità e freschezza.
Non c’era una vera favorita prima e non c’è nemmeno ora, ma è pur vero che il campo delle possibili vincitrici si è ristretto. Delle “last eight”, solo una ha già vinto almeno uno slam (Sharapova) e un’altra ne ha giocato la finale (Bartoli); le restanti sei non sono certo di sangue blu, anche se alcune di loro stanno studiando con impegno per diventarlo. Penso però che, nonostante ci fosse la consapevolezza fin dalle prime battute del torneo che avrebbe regnato l’equilibrio, in pochi potessero ipotizzare gli accoppiamenti che poi sono usciti e che costituiranno il piatto forte del programma di domani. Eccoli nel dettaglio, in ordine di tabellone e senza pronostici personali, visto il mezzo disastro che ho combinato negli ottavi…
CIBULKOVA (24) – SHARAPOVA (5)
Centre Court, secondo incontro
Dominika ha inflitto alla Wozniacki l’ennesima delusione slam, recuperando un match iniziato davvero molto male per lei. Alla distanza però la slovacca è uscita alla grande, con coraggio e con un dritto devastante nelle fasi finali. Maria invece ha fatto i numeri contro la quadrumane Shuai Peng, cliente ostica non foss’altro per la sua abitudine di sfruttare la potenza dei colpi dell’avversaria. L’escalation della siberiana è stata costante in questo 2011 iniziato maluccio tra Nuova Zelanda, Australia e Fed Cup ma proseguito molto bene, da Indian Wells in poi. E proprio la Cibulkova, a Madrid, è stata l’unica capace di battere Maria prima di una semifinale negli ultimi cinque tornei. La vittoria per 7-5/6-4 nella capitale spagnola è stata la seconda in favore della slovacca, nei quattro precedenti tra lei e la russa, giocati tutti curiosamente sulla terra. L’erba potrebbe favorire la Sharapova ma, vista la lentezza, non è detto. Dominika cercherà di far valere la sua rapidità ma, se Maria colpirà come ha fatto oggi, forse non basterà a sovvertire il pronostico.
2008 Amelia Island +Sharapova 7-6/6-3
2008 Roma +Sharapova 6-2/3-6/6-4
2009 Roland Garros +Cibulkova 6-0/6-2
2011 Madrid +Cibulkova 7-5/6-4
LISICKI (u) – BARTOLI (9)
Centre Court, primo incontro
La tedesca ha fatto dieci (vittorie consecutive sull’erba) battendo come da pronostico la Cetkovska e sembra aver ritrovato la miglior condizione a metà di una stagione che l’ha vista partire dalle retrovie per la lunga assenza dovuta all’infortunio. Sabine ha tutto, colpi e fisico, per giocare bene sui prati ma si troverà di fronte un’altra che, in quanto a fiducia e striscia positiva, non le è da meno. Marion è stata sull’orlo del precipizio con la Dominguez Lino e se l’è vista brutta anche con Flavia Pennetta ma ha palesato una condizione fisica eccellente, senza la quale peraltro non potrebbe rendere così efficace il suo gioco fatto di anticipo e angolazioni. I tre precedenti sono favorevoli alla Lisicki di misura ma la francese ha prevalso nell’unico disputato su erba. Se entrambe giocano al meglio, sarà uno spettacolo per chi ama la profondità delle soluzioni, con la Bartoli che potrà chiedere qualcosa in più al servizio, molto incisivo contro Serena.
2008 Wimbledon +Bartoli 6-2/6-4
2009 Charleston +Lisicki 6-3/6-1
2011 Charleston +Lisicki 6-2/6-3
PASZEK (u) – AZARENKA (4)
Court 1, secondo incontro
La favola di Tamira potrebbe essere arrivata al capolinea ma l’austriaca può ben dirsi soddisfatta del suo cammino nel torneo, in cui ha dato dimostrazione di avere nervi saldi e un rovescio molto incisivo. Dopo aver battuto 11-9 al terzo la Schiavone, la Paszek ha superato a pieni voti anche la prova del nove imponendosi alla giovane russa Pervak sempre in tre partite. Adesso però avrà una montagna da scalare, perché Victoria Azarenka non è solo la testa di serie più alta rimasta in gara, bensì una delle più accreditate per stringere tra le mani il Venus Rosewater Dish. Vika non ha fatto respirare Nadia Petrova e, se riuscirà a tenersi alla larga dagli acciacchi che troppo spesso la insidiano, non sarà facile piegarla. La bielorussa si è aggiudicata l’unico precedente e una sua eventuale sconfitta sarebbe l’ennesimo schiaffo alla regola di questo torneo.
2008 Montreal +Azarenka 6-4/7-5
KVITOVA (8) – PIRONKOVA (32)
Court 1, primo incontro
Si sfidano le due giocatrici che hanno lasciato per strada meno giochi nei primi quattri incontri: 15 la ceca, tre in più la bulgara. Vengono da un 2011 diametralmente opposto, con Petra che ha vinto tre tornei ed è entrata di prepotenza nella top 10 e Tsvetana che invece ha accumulato delusioni su delusioni prima di Wimbledon, dove aveva la cambiale in scadenza rappresentata dalla semifinale raggiunta l’anno scorso, proprio come la Kvitova. La Pironkova ha eliminato Venus, favorita anche dalla pessima giornata della Williams, e questo è un biglietto da visita di non poco conto; Petra però è destinata a un radioso futuro e vorrà sfruttare l’occasione di ripetersi (e magari migliorarsi) nel palcoscenico più importante del mondo. Non ci sono precedenti nei tabelloni principali, ma le due volte che si sono affrontate a livello di qualificazioni ha vinto la Kvitova (a Parigi indoor e Zurigo).
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