
WTA FINALS, UN MESE DI BAGARRE
TENNIS – Può bastare un successo nello Slam ma può anche non bastare. È sufficiente accumulare tanto fieno in cascina da non essere intaccata da nessuna concorrente, oppure sfruttare i pochi punti da difendere per scalare la classifica. La corsa alle Finals femminili parte dalla settimana successiva agli US Open, quando i grandi appuntamenti dell’anno non possono più ribaltare la situazione di vertice. O almeno così dovrebbe essere.
Già, perché la prima edizione di Singapore vede ancora i giochi apertissimi. Per la prima volta nella storia del circuito, la location dell’ultimo atto stagionale avrà l’avveniristico e suggestivo background del sud-est asiatico. Le grandi della racchetta rosa già pregustano l’atmosfera dell’Indoor Stadium: solo due delle otto partecipanti, però, sono certe del proprio pass. Esattamente come l’anno scorso, a meno di una settimana dal termine degli US Open ci sono solo due qualificate.
Le tenniste già sicure di Singapore sono Serena Williams e Maria Sharapova, che hanno conquistato l’accesso a distanza di quattro giorni. L’americana si è riconfermata per la terza volta consecutiva a Flushing Meadows e già venerdì aveva ottenuto la certezza di presentarsi alle Final Eight, poche ore prima del successo su Caroline Wozniacki. La siberiana, invece, l’ha raggiunta martedì, poco dopo la pubblicazione del nuovo ranking femminile. Masha porta così a compimento un processo ben diverso da quello dello scorso anno: a partire da quest’estate, la campionessa del Roland Garros avrebbe dovuto difendere soltanto un punto rispetto alla stagione 2013, proiettandosi così a ridosso del podio generale. I punti finora accumulati nell’anno solare non le hanno permesso di raggiungere le prime tre della graduatoria mondiale, ma bastano e avanzano per spodestarne almeno due in ottica Finals: Petra Kvitova e Simona Halep, nonostante un miglior piazzamento in classifica, saranno costrette a faticare ancora qualche settimana.
Se la situazione può dirsi relativamente tranquilla per la ceca e la rumena, così come per Agnieszka Radwanska, la bagarre per gli ultimi tre posti lascia tutto aperto fino al mese prossimo. Il crollo verticale di Na Li potrebbe trovare il suo culmine nell’estromissione dalle prime otto, mentre Bouchard e Ivanovic dovranno difendersi dagli assalti delle retrovie. Una ritrovata Wozniacki chiede strada a canadese e serba, ma anche Jelena Jankovic non resterà a guardare. Stesso discorso per Angelique Kerber, ottava nella classifica mondiale ma decima nella Race to Singapore. Più attardata Sara Errani, così come Dominika Cibulkova dopo la delusione di New York.
La corsa, dunque, si conferma intricata. Anche nell’edizione 2013 il post-Slam faceva registrare soltanto due qualificate, tra l’altro già matematiche ad agosto. A dimostrazione del grande equilibrio di questa stagione, in cui i quattro maggiori tornei sono stati vinti da altrettante giocatrici, probabilmente saranno soltanto quattro le riconfermate: Serena Williams, Agnieszka Radwanska, Petra Kvitova e una che potrebbe emergere tra Li, Kerber e Jankovic, ammesso che riescano a contenere gli assalti dalle retrovie o ad emergere dalla dura risalita verso l’ottavo posto. La cinese, allo stato attuale, sembra la più traballante seppur stabile al sesto posto, mentre tedesca e balcanica possono continuare a giocarsi le rispettive carte fino a metà ottobre.
A questi nomi si aggiungono le stelle emerse come Simona Halep o le campionesse ritrovate come Maria Sharapova, ma le outsider sono pronte a dar battaglia fino alla fine: c’è ancora speranza per la Makarova, così come per le altre protagoniste a cavallo della top ten. Singapore aprirà i battenti il 17 ottobre: c’è ancora tempo per cambiare le carte in tavola.
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